La vita di tutti i giorni si divide in tre visioni: pubblica, privata e segreta.
Tutti le possediamo, eppure raramente convivono nello stesso momento.
Ogni volta ne mostriamo solo una: quella che scegliamo di condividere.
Le altre restano nascoste, silenziose, protette dietro lo sguardo o dietro lo schermo.
Il mio profilo social riflette solo ciò che scelgo di mostrare.
È un palcoscenico.
Un programma televisivo.
E come in ogni spettacolo, ciò che appare non è mai il copione originale.
Si mostra solo ciò che deve, e può, essere visto.
Tutto il resto è celato dietro le quinte: distorto, filtrato, o raccontato con il ritardo necessario perché diventi racconto.
Non confessione.
Dietro le luci e le inquadrature, c’è sempre un regista.
Una mente che decide cosa rivelare, quando, come farlo, e soprattutto quando.
La scelta delle parole, del tempismo e delle giuste leve. affinché tutto porti ai picchi di share.
Wando è esattamente questo.
Si mostra al pubblico come una figura lieve, legata all’intrattenimento ispirata al mondo televisivo, ma dietro quella facciata ironica e vivace si nasconde qualcosa di molto più profondo e intricato.
Se Marco e Livio rappresentano le mie radici ed Eternal il mio destino, Wando è il ponte che li unisci tutti.
È nato in un mio momento di instabilità, dove ero inconsciamente ingabbiato in una realtà scolorita, una bolla dalle sfumature bianche e nere.
Da quel momento, ha accompagnato ogni mio passo, unendo, creando equilibrio, trasformando idee in emozioni, dimensioni in spettacolo, verità in narrazione.
No, Wando non è solo un personaggio, non è solo un alter ego: è una presenza che osserva, che gioca, che dirige il ritmo della scena e capovolge difficoltà in occasioni.
Quindi, mentre il sipario resta sospeso, viene spontaneo chiedersi: cosa di ciò che è rivelato è vero e cosa no?
Perché nel mio show, realtà e finzione danzano insieme.
E a volte, il confine tra le due è solo questione di… regia.
